mercoledì 24 dicembre 2008

BUON NATALE


I don't want a lot for Christmas
There is just one thing I need
I don't care about the presents
Underneath the Christmas tree

&hearts

martedì 23 dicembre 2008

il telegiornale rovina il Natale

Manca un giorno e poche ore al giorno di Natale. Se fino a pochi giorni fa i giornalisti si preoccupavano di mettere a conoscenza i cittadini italiani del fatto che la maggior parte di questi cittadini avrebbe dovuto risparmiare per i regali natalizi, ma, notare bene, che non lo avrebbero fatto per il pranzo di Natale, oggi, nel tg la situazione era diventata ben più disastrosa perchè, stando a quanto dicono, il 5% delle famiglie italiane non ha i soldi per fare la spesa. Poi, chissà perchè, forse una ventata di ottimismo, un altro tg raccontava con gioia quali cibi i cittadini italiani avrebbero (secondo loro, aggiungo io) deciso di portare sulle loro tavole per questi giorni di festa: ostriche, foie gras, agnelli, abbacchi, pasta fresca tra qui tortellini con improbalini ripieni, il tutto accompagnato da un ottimo champagne (mi permetto di dubitare seriamente del fatto che la maggior parte degli italiani pasteggi a champagne). Poche ore dopo, però, il tg cambia di nuovo opinione su queste feste. Troppa gioia era stata profusa ai cittadini, e allora via, via al servizio in cui si narrano le tristi vicende di quegli agnelli, quegli abbacchi e quelle galline, le loro tragiche storie prima di arrivare sulle nostre tavole, inclusi i maltrattamenti che hanno dovuto subire.
Io credo solo che il Natale sia un modo come un altro per riunire le famiglie, per far sorridere i bambini, per fare delle interminabili partite a tombola, per ridere del fatto che nonna si sta addormentendo e nonno si è perso uno, due, tre, quattro, forse cinque degli ultimi numeri che sono stati chiamati.
Gli italiani già hanno le loro rogne. Lasciateci passare questo benedetto Natale in pace maledetti giornalisti, le vostre statistiche di quanti soldi abbiamo, o meglio, di quanti non ne abbiamo, tenetevele per voi... Grazie.

lunedì 22 dicembre 2008

Time

Ci sono giorni in cui il tempo sembra non passare mai, giorni in cui ogni due minuti si guarda l'orologio sperando che sia passata almeno mezz'ora e invece si scopre che sono passati, appunto, solo due miseri minuti. Sono giornate interminabili, sono le giornate in cui ci si annoia, in cui non si ha nulla da fare, o quelle trascorse in un luogo che non ci rende felici, o ancora, quelle che ci separano da un giorno importante e non si vede l'ora che arrivi. Sono i giorni in cui ci si perde nei pensieri più assurdi. Nelle riflessioni che fanno più o meno male. Nelle constatazioni di qualcosa a cui prima avevamo preferito non pernsare.
Ci sono altri giorni, invece, in cui il tempo scorre troppo in fretta. In cui non si guarda l'orologio, o meglio, lo si guarda solo al calare del sole, perchè ci si rende conto che inevitabilmente la giornata sta volgendo al termine, e con un sospiro assaporiamo l'aria che ci circonda per non perdere nessuno di quegli istanti così preziosi. Sono le giornate che non vorremmo finissero mai perchè ci hanno permesso di non pensare, di non riflettere, di non constatare, ma solo di vivere. Sono tutte quelle giornate che io amo definire serene, non felici, che si contraddistinguono per l'assenza di inquietudine o di preoccupazione, giornate spensierate, tranquille, e non necessariamente allegre e ilari.

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Why, why do you act so stupid?
Why, you know that I'm always right

sabato 20 dicembre 2008

"Nessun vascello c'è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane." Emily Dickinson

Oggi ho scartato il mio primo regalo: l'ultimo libro di Lauren Weisberger, autrice di Il diavolo veste Prada e Al diavolo piace dolce. è bellissimo. Bianco. Immacolato. Non vedo l'ora di cominciare a leggerlo, per poter immedesimarmi nella storia. Questa volta sarò a New York, abiterò a Manhattan, davanti all'Empire State Building e poi... E poi si vedrà!

venerdì 19 dicembre 2008

Ci sono momenti così belli da rimanere impressi nel cuore

Erano incredibili quelle giornate passate all'università. Giornate interminabili che passavano velocemente. Giornate trascorse tra lettorati e lezioni di traduzione, pause sigaretta sul ballatoio, chiacchierate nel parco sedute sulle scale o sotto la biblioteca e caffè, tè o cappotè alla macchinetta.

giovedì 18 dicembre 2008

a Natale ogni abbuffata vale

Partendo dal presupposto che lunedì ho iniziato e finito il lavoro, che l'altroieri mi si è rotto il cellulare, che oggi non ho nessuna foto da mettere e che ho la febbre posso dire che fin ora la settimana non è andata affatto male (?).
Ammesso e non concesso, quindi, che le ultime due settimane sono davvero state un disastro, da stasera comincerò a sperare seriamente che il destino giri il ruotino della sfiga e mi lasci in pace per un po'.

Ad ogni modo il Natale si sta avvicinando sempre più ed io posso annunciare con gioia di essere già 8 chili in sovrappeso e non oso immaginare cosa diventerò passate le feste.
Quello che mi diverte di tutto ciò è il fatto che, nonostante tutto quello che si mangia a Natale, io non ho mai preso un etto durante le feste, anzi di solito dimagrisco anche un po'. Questo credo che sia dovuto al fatto che "a Natale ogni scorpacciata vale" e quindi ci abbuffiamo di cibo gioiosamente, senza stare a pensarci su, senza frignare dopo aver mangiato 3 fette di pandoro inzuppate nel latte a colazione o mezzo torrone prima di andare a dormire.
Il problema durante l'anno, invece, è proprio questo: che non si hanno scuse per ingozzarsi come dei tacchini, anzi tutte le volte che viene voglia di dolce/pizza/gelato/cioccolato/o-qualsiasi-altra-cosa sgattaioliamo in cucina furtivamente, come se già stessimo facendo qualcosa di sbagliato, colpevoli di chissà quale reato.
Nel momento stesso che siamo entrati in cucina già ci sentiamo tremendamente in colpa quindi iniziano i soliti monologhi "ne mangio solo un pezzettino", "prendine solo uno di biscotto", "vabbè posso prendere pure un cucchiaiata di Nutella", "vabbè dai una fettina di salame", poi di colpo "basta! basta! esci dalla cucina" e poi "oddio ecco.. lo sapevo... ho esagerato.. oddio..". Così già non ci siamo goduti quello che abbiamo mangiato perchè eravamo presi dall'angoscia di cosa e quanto mangiarne, e in seguito dobbiamo anche soffrire per quanto abbiamo mangiato (ripeto, senza nemmeno esserselo goduto). Secondo me prendiamo peso per quello, perchè non mangiamo con gioia.
Se questa mia teoria è fondatata, quest'anno, dopo le feste, non solo mi sarò ingozzata fino ad esplodere, ma non sarò neanche ingrassata, e se mi dice proprio fortuna (questa la vedo dura) sarò anche incredibilmente tornata al mio peso forma!

martedì 16 dicembre 2008

how long ago was it?




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I’m all out of love, all out of faith
I would give everything just for a taste
But everything’s here, all out of place
Losing my memory, saving my face

lunedì 15 dicembre 2008

Lo schiavo di natale è stato licenziato

Stamattina ore 9.00
Mi reco sul mio nuovo posto di lavoro, una profumeria che ha bisogno del mio aiuto come impacchettatrice di regali. Sono di ottimo umore, so che la paga non sarà altissima, anzi sarà tutt'altro che altissima, ma in fin dei conti è tutto di guadagnato!

Ore 9.30
La titolare della profumeria ci tiene a dirmi che "non c'è molto lavoro, poi con questo tempo" e visto che "ti paghiamo ad ore" da domani posso attaccare alle 10.

Ore 13
Senza nessun preavviso la pazza-titolare della profumeria stabilisce che in fin dei conti la mia presenza è inutile e scusandosi del fatto che "non c'è proprio lavoro" (avranno guadagnato in una mattina minimo 300 euro - questo lo aggiungo io) "casomai" mi richiamerà "quando ce ne sarà bisogno".



Il problema di tutto ciò non è il fatto che il mio lavoro sia iniziato alle nove di stamattina e terminato all'una della medesima. Il problema è a monte, nel senso che il mio errore è stato di passare al negozio all'inicirca una settimana prima per chiedere quale sarebbe stato il mio orario di lavoro, e quale sarebbe stata la retribuzione. Il problema è stato l'aver chiesto 5 euro l'ora. Il problema è aver chiesto una retribuzione umana.
Dopo aver saputo che la stessa titolare solitamente paga 90 euro a settimana per 8 ore di lavoro, ho capito che se si è fatta due conti avrà pensato di me che sono pazza. Ma come mi sarà venuto in mente di chiederle 40 euro al giorno?

venerdì 12 dicembre 2008

giovedì 11 dicembre 2008